I GDP CHIEDONO TUTELA PER LE UDIENZE

Comunicato Stampa

In questi giorni si sta delineando con sempre più preoccupazione la pericolosità del coronavirus proveniente dalla Cina, ma che ha già colpito numerosi Stati, tra cui numerosi extra Unione europea.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’emergenza internazionale di salute pubblica ed il Consiglio dei Ministri, in data 31 gennaio u.s., ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria per la durata di sei mesi, in considerazione della sua diffusione e contagio per vie aeree.

La pericolosità di un contagio può essere ancor più tangibile durante le udienze celebrate dai Giudici di Pace relative alla convalida delle espulsioni di migranti clandestini, che si tengono nei Centri di permanenza e rimpatrio, ovvero nei confronti di coloro che hanno violato l’ordine di allontanamento dal territorio dello Stato od anche per i reati di clandestinità.

Già in passato un Giudice di pace, nonostante abbia contratto la tubercolosi durante la sua funzione giurisdizionale presso un centro di migranti, non si è visto riconoscere un legittimo risarcimento per una “creativa” sentenza della Corte di Cassazione che ha sancito che il Giudice di pace è un volontario e, quindi, privo di qualsivoglia diritto con conseguente mancanza di titolarità a chiedere allo Stato per cui lavora un riconoscimento risarcitoria per la malattia contratta.

E’ necessario ricordare al Governo italiano, oltre che a qualche “distratto” Giudice della Cassazione, che il Giudice di pace svolge un servizio pubblico che non può essere interrotto, né può rifiutarsi di espletarlo, pena l’applicazione di sanzioni disciplinari.

Si chiede al Governo ed alle Autorità competenti di procedere con urgenza all’emanazione di misure idonee finalizzate alla tutela dei Giudici di Pace durante l’espletamento della loro funzione giurisdizionale.

Va rilevato, infine, che in caso di inadempienza delle Autorità preposte alla tutela della salute si rischia la beffa oltre al danno che i Giudici di Pace hanno recentemente subito con l’emanazione di una nota ministeriale che li ha privati dell’indennità di udienza per la convalida di espulsione, qualora questa possa essere rinviata per qualsiasi motivo.

Auspichiamo in un urgente intervento del Governo italiano ed in particolare del Ministro della sanità e del Ministro della giustizia, rispettivamente a tutela della salute (art. 32 Costituzione) dei Giudici di Pace e del ripristino delle indennità lavorative (art. 36 Costituzione). Norme previste espressamente dalla Costituzione italiana su cui i Ministri hanno giurato fedeltà.

In conclusione non possiamo non condividere e supportare le preoccupazioni già espresse dall’Unione Nazionale Giudici di pace.

Roma, 04/02/2020                                                                                                        Il Presidente

                                                                                                                                 Avv. Roberta Tesei